L’Uomo Edizioni
Collana: L’Uomo
Firenze 2016
II edizione
ISBN 978-88-95473-18-5
Pagine 232
€ 22,00

 

 

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Se il mio compito consistesse nel curare un ‘meccanismo psichico’ guasto o un ‘apparato’ psichico in rovina, insomma una macchina rotta, io non vorrei più essere uno psichiatra; io sono psichiatra per servire ciò che vi è di umano nel malato, e ciò che vi è di spirituale nell’uomo, perché a questo tutto il resto è subordinato”.

Victor E. Frankl
[in Teoria e terapia delle neurosi (1956), Ed. Morcelliana, p. 34, Brescia 1962]

Il modello assagioliano della psicosintesi terapeutica si offre come terreno fecondo per una nuova comprensione della patologia e della terapia. Considerando l’uomo come un essere vivente orientato verso il proprio Sé, la malattia si identifica con  lo stato di separazione dall’anima e la terapia come tramite per il ricongiungimento. Il Sé (o anima) è essenzialmente relazione, flusso vitale e dialogo di sentimento, per cui la patologia si rivela come una condizione statica e ripetitiva di solitudine.

La terapia, in quanto processo di “ritrovamento dell’anima”, ci appare allora come la ri-apertura di un dialogo interrotto, il ripristinarsi di una relazione. Sia “l’uomo che soffre” che “l’uomo che cura” (non esseri umani diversi, ma momenti diversi dell’esistenza di ciascun uomo) sembrano perseguire, attraverso la comunicazione e condivisione dei sentimenti, uno stesso progetto: la cura della loro stessa solitudine.  La guarigione avviene nell’atto terapeutico, dove si ripristina il fluire della vita, e dove avviene l’incontro tra “chi dà” e “chi riceve”.

Recensioni

“Il libro di Alberto Alberti […] segna l’inizio di una nuova, più matura fase di ricerca nel campo della terapia psicosintetica […] Il cammino terapeutico, sia nella malattia che nella terapia, è visto come un ‘procedere nella vita’: come in ogni percorso si cade, si soffre, si ha paura, ci si rialza; ma nella terapia è possibile ri-aprire il dialogo attraverso la figura intermediaria del terapeuta. Il paziente potrà finalmente sperimentare l’illusorietà delle prigioni difensive e riaprirsi alla vita, non è più solo con le proprie ferite, ma attraverso la condivisione della sofferenza da parte del terapeuta, si rialza, ritrova il coraggio di ‘rischiare ancora’, di ricominciare nonostante tutto […] Il tema dominante, il nucleo della patologia esistenziale è nel fondo la solitudine; non tanto la sofferenza in sé quanto ‘la solitudine nella sofferenza’.  La terapia è ‘una restituzione dell’anima cioè restituzione del dialogo e della relazione’, riacquisizione della capacità di essere con l’altro, recupero della soggettività attraverso l’intersoggettività. Il dialogo terapeutico funge da tramite per la ricostruzione del filo di collegamento tra l’io (la personalità) e il Sé. […] Il processo terapeutico nel pensiero di Assagioli è estremamente articolato e complesso. L’opera di Alberti ci offre una visione che, pur intenzionalmente non sistematica, ha una sua organicità ed originalità applicativa. Il libro va letto, anzi ascoltato […] con autentica apertura interiore […] Per gli allievi può costituire indubbiamente un’opera indispensabile, non solo per i contenuti, ma anche per l’atteggiamento umano del terapeuta che Alberti comunica e spontaneamente irradia attraverso la sua scrittura e la sua esperienza vissuta”.

Gianni Y. Dattilo
(in Rivista di Psicosintesi Terapeutica, Anno III N. 5
Marzo 2002, pp. 87-89, SIPT, Firenze)