La riscoperta del sentimento

L’UOMO Edizioni
Collana: L’Uomo
2° Edizione riveduta e ampliata
Firenze 2010
ISBN 978-88-95473-06-2
Pagine 200
€ 19,00

La condizione esistenziale dell’uomo pare essere quella della solitudine e della separazione: egli, chiuso nei confini ristretti del proprio Io, si sente diviso in se stesso, dagli altri, dalla vita e da Dio. In questo saggio, sulla scia del pensiero assagioliano, si ipotizza che dietro l’Io individualistico risieda un’identità più vera e profonda (Sé o anima), che ha la facoltà di intuire l’interdipendenza  e l’unità di tutta la vita.
Essa è pura soggettività e si manifesta, secondo l’autore, come vibrazione di sentimento che si pone in relazione di consonanza con i sentimenti degli altri e del cosmo, partecipando di uno stato di commozione: è il “bimbo interiore”, che con la sua innocenza, la sua capacità di stupirsi e la sua istintiva spiritualità supera il senso illusorio di separatività e coglie lo spirito unitario del mondo.

 

 

 

Recensioni

“Non è facile recensire questo bel libro di A. Alberti, uscito nella primavera del 2000, intessuto di stimoli razionali e suggestioni poetiche, che accompagnano gradualmente il lettore ad aprirsi alla percezione dell’anima, del Sé, essenza profonda presente in ogni uomo, che ci parla con la voce di un Bimbo […] Evocando il coraggio di essere e di esistere, di vivere e di individuarsi, di amare e di credere, l’uomo è chiamato a dire il suo sì alla vita per percorrere attraverso una ‘fatica evolutiva’ il cammino in direzione della propria autorealizzazione […] Secondo l’autore, per l’uomo attuale, che ha ipersviluppato la funzione del pensiero, l’unica via è la riscoperta della funzione del sentimento, che egli definisce ‘alimento dell’anima, pane di vita’, in quanto ci riporta nel fluire della vita, poiché è per sua natura relazione, scambio, condivisione come la vita stessa. L’apertura del sentimento è l’apertura del cuore, il che comporta anche il recupero dei sentimenti feriti, che ne hanno determinato la chiusura, segnando l’arresto del nostro processo evolutivo. La terapia in quest’ottica, si configura come vera e propria ri-educazione del sentimento e attraverso di esso come ritrovamento dell’anima, cura della sua solitudine, restituzione alla sua capacità di relazione per mezzo della ‘commozione’, incontro e risonanza di due emozioni, ‘intima condivisione di sentimento tra il Sé del paziente e il Sé del terapeuta’.

Anna Maria Finotti
(in Rivista di Psicosintesi Terapeutica, Anno I  N. 2
Settembre 2000, pp. 92-93, SIPT, Firenze)