Verso un sabato senza tramonto

Riflessioni sul morire

“Ho raccolto queste pagine fra tante letture, e conto di offrirle a chi vorrà farci attenzione…
Forse non sono le migliori sul tema e la scelta non ha pretese; solo le anima la speranza di ogni seme gettato con amore e abbondanza: vorrei rivivere il gesto largo e simmetrico ripetuto dal nonno quando seminava davanti  ai miei occhi di ragazzo incantato”.

Amedeo Tintori
(dall’introduzione al libro)

 

Recensioni


“Sabato senza tramonto vuol dire vita che, attraverso la morte, si apre alla pienezza nella Resurrezione. Dunque già il titolo è bella intonazione di un canto di vita che supera  ogni pianto di morte. Il lettore se ne accorgerà; ma forse  gli sarà più facile accogliere questa visuale aperta, sapendo che l’autore, Mons. Tintori, non ha solo raccolto in questo libro i tanti frammenti di luce diversa per comporre un mosaico che riflette luce eterna. Egli stesso, avanzato nel Sabato, con vivacità di fede e di mente, è testimonianza di una vita che segue l’arco della parabola cadente, ma continua a crescere con forza ascensionale. Di questa sua esperienza il libro riporta in un canto corale tante voci diverse sul ‘momento morte’ ”.

Alberto Ablondi, Vescovo di Livorno

“Ogni cosa che finisce muore nel momento stesso del suo compimento, ma nello stesso tempo è gesto di fecondazione, che entra come seme nel terreno fertile della vita: nascere e morire sono aspetti e processi inseparabili della vita. Devono essere accolti e compresi insieme se ci si vuole veramente accostare al mistero dell’uomo. […] Sabato senza tramonto potrebbe voler dire il riuscire a prendere coscienza, nel giorno del compimento della nostra esistenza individuale, del senso di continuità della vita, giungendo quasi a toccare con mano, nell’ora del trapasso, il punto di sospensione tra la vita e la morte, momento sacro di transizione tra il tramontare della personalità e l’albeggiare dell’anima. Potrebbe forse anche voler significare la possibilità di cogliere, non solo in prossimità della morte fisica, ma in ogni fase umana di passaggio tra  qualcosa che giunge a termine e qualcosa che sta per nascere, un vero e autentico momento di vita, ad un tempo fuggevole ed eterno riconoscendolo come particella trasformativa della vita, che si ricongiunge col principio di fecondità della Creazione”.

Alberto Alberti